I Quiz del Dead Parrot: Serie TV!


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Tra le serie tv del passato nominane tre: una che ricordi ancora con piacere, una che non hai mai sopportato e una su cui il tuo giudizio, riguardandola a distanza di tempo, è cambiato drasticamente?

Mastro Stout La serie originale di Star Trek. Mi faceva davvero sognare, specie nella intro di ogni avventura, quei primi minuti di narrazione a cavallo della sigla iniziale. Tuttavia, a pari merito, devo citare “Dallas”, serie che avevo iniziato a seguire grazie a una nonna. Anche questo serial mi faceva sognare a occhi aperti ma, sinceramente, per tutte altre cose! Ah, i ricchi e felici anni ’80… è davvero passato un secolo!
Love Boat. Sicuramente ero troppo piccolo all’epoca per comprenderla appieno e seguire le vicende narrate ma davvero, fin dalla sigla, mi irritava. In un aggettivo: noiosa.
Più che serie con attori in carne e ossa, citerei diversi anime, in particolare di robottoni. Ma, ovviamente, il discorso va contestualizzato, van considerati i mezzi tecnici con cui erano realizzati, il fatto che allora ero un bambino/ragazzino, ecc. Se proprio dovessi nominare una serie tv “live action”, potrei dire Twin Peaks. Diversi anni fa venne riproposto sul piccolo schermo e fu un flop. All’epoca della prima messa in onda l’avevo apprezzata molto ma ammetto che quando iniziai a rivederla la magia era come svanita. Temo sia invecchiata male, non so se per ritmi narrativi oppure perché certe atmosfere e cliché plasmati da Lynch sono poi stati copiati e riproposti (spesso male) un numero indefinito di volte in tantissime altre serie.
alunno Proserpio Ce ne sarebbero tante, da ricordare, anche perché la generazione della prima metà anni settanta è cresciuta a suon di serie, da quelle pomeridiane a quelle, mi pare, delle 19.00-19.30. Come dimenticare la Ford Gran Torino rossa e bianca di Starsky e Hutch, il pappagallo di Baretta, le prime serie della Casa nella prateria… E più tardi A-team, con la più straordinaria sproporzione tra colpi sparati e colpi andati a segno… e Richie, Fonzie & co. e zio Zeb della Conquista del west, con la giacca di pelle a frange che non si cambiava mai… Ma basta scherzare, Duffo sa giá la risposta. Un perfido robivecchi di Watts, il suo figlio baffuto, un camion rosso scassato, zia Esther, un funkettone di Quincy Jones come sigla. Finte crisi cardiache, “Elizabeth sto arrivando…!!!” Sanford and Son
Poi vado in sintesi. Orazio di Maurizio Costanzo, una delle massime vergogne catodiche italiane.
Probabilmente Lost, mi sembrava geniale poi con il tempi l’ho ridimensionata. Però la prima volta che la vedi è un gran viaggio…
duffogrup Tra le tantissime serie che da teledipendente ho seguito nel corso degli anni quella che sicuramente devo mettere sul mio altare personale è X-Files. Seguire le avventure di Mulder e Scully, archetipi di tanti e tanti personaggi venuti negli anni a seguire, era un obbligo della domenica sera. Perdere una puntata voleva dire perdere il filo di una continuity avvincente. Una sensazione che non avevo mai provato prima: per la prima volta avvertivo veramente l’attesa settimanale per la messa in onda. Una serie che detestai quasi da subito fu invece The West Wing. La serie che narra le vicende alla Casa Bianca di un presidente democratico interpretato da Martin Sheen, creata dal “guru” Aaron Sorkin. The West Wing, fece gridare al miracolo quando uscì perchè effettivamente la sceneggiatura era veloce, fresca e diversa da quello che si vedeva in giro. Ben presto però il baraccone pareva non reggersi più in piedi: i dialoghi erano irreali, le situazioni confuse a tal punto da rendere inutile ogni tenttaivo di seguire la trama politica che stava di fondo alle vite dei protagonisti. La serie era diventato un lungo, ininterrotto, botta e risposta velocissimo tra personaggi irreali. McGyver invece è sicuramente la serie su cui il mio giudizio è cambiato di più. Quando da ragazzo guardavo Richard Dean Anderson abbattere una diga con una lattina, una gomma da masticare e una pila AA non potevo fare altro che immedesimarmi in quel geniale inventore-avventuriero, ora non posso fare altro che prendere per il culo quella zazzera e usare la sua immagine sorridente come meme del ridicolo nei forum del web.

Se facessi parte di una coppia di detective/poliziotti di una serie, chi sceglieresti come tuo partner?

Mastro Stout Domanda difficile… Non essendo una persona particolarmente pratica, opterei per Vic Mackey di The Shield, interpretato dal grande Michael Chiklis (sì, il tuo Commissario Scali, Duffo 😀 ).
Un vero duro, incasinatissimo, con una “morale” tutta sua che non voglio giudicare. Tuttavia, se ci si dovesse trovare in condizioni logistiche difficili e/o disperate (situazioni classiche, ovviamente, nei polizieschi americani), sfido a trovare un poliziotto sul cui supporto contare maggiormente.
alunno Proserpio Rust di True Detective per fare lunghe chiacchierate nichiliste, l’agente Cooper di Twin Peaks per sperimentare qualche tecnica Zen onirica di indagine. E Stavros, il riccioluto collega di Kojak, per capire che cazzo faceva tutto il giorno in ufficio. ..
duffogrup Elementare! Sceglierei Sherlock Holmes, nella versione di Jeremy Brett degli anni ’80. Sarei un ottimo Dr. Watson.

Con quale personaggio di una serie faresti cambio immediatamente?

Mastro Stout Con… troppi! ;D Per restare a serie tv recenti, in ambito sit-com direi il mitico James Belushi di La vita secondo Jim (il fatto che nella serie sia sposato con Courtney Thorne-Smith è chiaramente un quid). In ambito tv series, probabilmente Hank Moody di Californication e non tanto, banalità, per il numero di storie/relazioni/avventure che vive, quanto per l’incredibile capacità di bere alcool, di tutti i tipi e gradazioni, dalla mattina alla serie, e non soffrire mai di mal di testa! Quasi un analgesico su due piedi.
alunno Proserpio Con Garth Marenghi, sognatore, visionario, genio, autore di capolavori horror come Slicer 1-4, Black Fang e Afterbirth (in cui una placenta mutante attacca Bristol) soprattutto protagonista della serie degli anni ottanta Garth Marenghi’s Darkplace. Episodi come Once upon the beginning e The Apes of Wrath non dovrebbero mancare nella cineteca di qualunque appassionato della tv vintage…
duffogrup Con il comandante Straker di UFO che dalla sua base combatte pericolosi nemici alieni. Naturalmente l’unico abbietto motivo dello scambio sarebbe quello di essere circondato da bellissime sottoposte, coi loro mini abiti anni ’60 e tutte rigorosamente coi capelli viola. No accetterei deroghe all’abbigliamento.

Quale tra le serie tv che hai visto, a prescindere dal fatto che ti sia piaciuta o meno, reputi veramente innovativa?

Mastro Stout Risponderò sempre e solamente con una parola: Lost. Dire che mi è piaciuta tantissimo è riduttivo. Lost è stato davvero, come per tantissimi, un fulmine (ma buono) a ciel sereno, amore a prima vista. Il fatto di partire narrativamente in un modo, di indirizzarsi in un altro e di finire in tutt’altra maniera è una novità magari non assoluta, ma la tripla struttura temporale su cui man mano la serie si regge non si era mai vista prima (e credo proprio non si rivedrà mai più sul grande e sul piccolo schermo). L’ultima puntata, guardata, anzi, ammirata più volte, è sempre una grande emozione.
alunno Proserpio Ritengo assolutamente geniali alcune serie inglesi degli ultimi quindici anni: la black comedy The league of gentlemen, che crea personaggi bizzarri e li immerge in universo completamente autoportante, l’immaginaria cittadina di Royston Vasey, tra northern gothic e umorismo british. The mighty boosh, commedia pop piena di riferimenti musicali e trovate surreali (rinvio a un mio post sul tema apparso sulla Covata malefica). The Office e in genere le cose di Rickie Gervais. Ultimamente la cosa più incredibile che ho visto è Jam, del 2000, di Chris Morris, sperimentazione continua e umorismo nerissimo, audio distorto, colonna sonora elettronica che va tutto il tempo. Fa quasi star male a vederla…
duffogrup Senz’ombra di dubbio Twin Peaks di David Lynch. Per la prima volta un autore si dedica seriamente al mezzo televisivo seriale e gli dà profondità e dignità. Nelle prime puntate tutto è perfetto: il ritmo, l’ambientazione, i dialoghi, la musica. Alla fine la confusione lynchana prende il sopravvento ma la strada per le altre serie è segnata.

Una sigla da ricordare?

Mastro Stout Una? Tante, tantissime! Per non far “torto” alle sigle della mia infanzia e adolescenza, punto su una degli ultimissimi anni: il tema western di Hell on Wheels. A mio avviso, un piccolo capolavoro musicale, quasi un pezzo di Morricone velocizzato. E la serie è ancora meglio.
alunno Proserpio La silhouette di Don Draper, prima con la sigaretta e il whisky su una poltrona di design, poi che cade dal grattacielo nella sigla di Mad Men. Tutta la serie in 30 secondi.
duffogrup Scelgo quella di Attenti a quei due di John Barry (ma se barassi come fanno sempre i miei compagni di blog dovrei scrivere anche che ogni tanto canticchio pure le sigle di Missione Impossibile e di Bonanza).

Quale mezzo di trasporto vorresti guidare/portare?

Mastro Stout Anche se son rimasto scioccato dalle recenti rivelazioni su come effettivamente si muovesse (e su cui stendo un velo pietoso), non posso non citare KITT, la mitica Pontiac Firebird Trans Am di Supercar (Knight Rider).
alunno Proserpio La vasca di deprivazione sensoriale in cui si immerge Olivia in Fringe.

duffogrup Per l’atmosfera e l’avventura che si porta dietro scelgo il Cutter’s Goose, l’idrovolante scarcagnato della serie I Predatori dell’Idolo d’oro. Anche se c’è il serio rischio di schiantarsi ad ogni decollo.

Se ne fossi stato il produttore, quale serie avresti interrotto prima del tempo per evitarne l’avvenuto declino? E per quale invece ti saresti battuto per evitarne la chiusura?

Mastro Stout Direi proprio House of Cards. Ho solo iniziato a seguire la terza stagione, per poi mollare, ma è davvero di tutta altra pasta rispetto alle prime due. Capisco le logiche commerciali ma la serie aveva trovato un suo finale (perfetto) al termine della seconda stagione.
Senza ombra di dubbio Night Stalker (2005-2006), la serie più inquietante mai seguita che, proprio per le sue atmosfere horror, ha spaventato troppo l’infantile pubblico americano che ne ha decretato una prematurissima e inconcludente fine già al 6° episodio (da noi sono almeno giunti ulteriori 4 episodi che eran stati girati). La storia del giornalista Kolchak è tragica, le vicende che si trova ad affrontare spaventevoli. La “fine” lascia decisamente l’amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato (raccontato).
alunno Proserpio Facile, Heroes dopo la prima serie. O Fringe dopo la terza.
Freaks & Geeks, interrotto dopo una sola stagione e poi diventata di culto. A fare giustizia però il successo di moltissimi attori: dal simpatico delinuqente James Franco, allo scontroso Seth Rogen. E poi Linda Cardellini, deliziosa brava ragazza che si unisce ai Freaks, Jaseon Siegel, Martin Starr. Autore di questa tenera odissea nerd ambientata nel 1980 Paul Feig e a produrre un certo Judd Apatow…
duffogrup Probabilmente avrei interrotto The Big Bang Theory che dall’essere la serie definitiva per nerd sui nerd (inteso in termini molto allargati) si è trasformata, dopo 8 stagioni, in una sitcom come tante altre. Mentre mi sarei battuto come un leone per far diventare la miniserie The Lost Room una serie in piena regola avendo un grandissimo potenziale in termini di sviluppo della storia.

Una serie e/o una miniserie che vuoi consigliare a tutti per le lunghe notti invernali che si stanno avvicinando.

Mastro Stout Sicuramente Daredevil. Lo dico a scatola chiusa, non avendo visto ancora nessun episodio, ma raramente ho sentito parlare così bene di un telefilm, addirittura in termini di cinefumetto definitivo.
alunno Proserpio Life’s too short di Gervais, con Warwick Davis: l’episodio di Johnny Depp e quello di Helena Bonham Carter sono in grado di illuminare tutte le serate d’inverno dei prossimi dieci anni. Oppure Tinker Taylor Soldier Spy, la serie anni settanta della Bbc, con Alec Guinness nella parte di Smiley, la spia di John Le Carre. La migliore spy story e forse la miglior mini serie di tutti i tempi.
duffogrup Voglio consigliare Silicon Valley perchè in una manciata di puntate Mike Judge (quello di Beavis and Butthead) è riuscito a creare dei personaggi comici leggendari. Se poi avanza un po’ di tempo ci si può sempre tuffare nel crazy-fantasy delle miniserie inglesi tratte dai libri del Mondo Disco di Terry Pratchett oppure, se si vuole prestare il fianco alla nostalgia, rigustarsi l’unico capolavoro italico della nostra infanzia televisiva: le 5 puntate del Pinocchio di Comencini.


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