Collezionando: appunti sparsi


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Partiamo dall’inizio, anzi, da una presa di coscienza. Non so realizzare una intro bella e arguta quanto quelle dei venerabili Duffo e alunno Proserpio. Vorrei vergare con chissà quali parole un’apertura a effetto o una qualche elucubrazione profonda ma… semplicemente non ci riesco, è inutile che mi sforzi. A ognuno il suo, mi dico per consolarmi. Forse sono più uno “scrittore” (e le virgolette sono davvero grandi) da in medias res, chissà. Tanto vale che inizi il pezzo, per vedere come si incastrano tutte le considerazioni che mi frullano nella testa dopo la gita in quel di Lucca per “Collezionando – Mostra mercato del fumetto d’antiquariato e da collezione” (la II edizione a onor del vero, anche se non è stata pubblicizzata in tal maniera, e io&Duffo presenti a entrambe). Vado di word processor ed elenco puntato:

  • L’Evento in sé. Subito una domanda da un milione di yuan: la manifestazione è riuscita? È riuscita a metà? Non è riuscita? È stata un mezzo fiasco? La verità sta sempre nel mezzo, ci insegnano, e tale lezione di morale possiamo farla nostra anche per l’occasione in oggetto. Ovviamente, è sempre buona regola (e conviene) recarsi a queste manifestazioni non avendo aspettative troppo alte. Partiamo dicendo che la location individuata, ossia la Fiera di Lucca – vox populi, un ex oleificio industriale – ha “passato la selezione”, anche in virtù delle frequentissime corse svolte dai bus navetta (ecco, magari si potrebbe aprire una parentesi sulla vetustà dei mezzi posti su strada da parte dell’organizzazione ma sarebbe materia da lana caprina e saremmo pure ingiusti, considerata la gratuità del servizio), un apprezzato asset non pubblicizzato quanto meritasse. Gli espositori presenti erano abili e arruolati in buon numero – una settantina – né mancavano diverse case editrici del settore, anche di un certo rilievo. Tra di esse, citerei in primis le Edizioni BD/J-Pop, con cui mi son imbattuto live per la prima volta pur essendo da anni annorum un frequentatore seriale di mostre mercato e manifestazioni fumettistiche. Stand molto curato il loro, con un paio di enormi e scenografici poster a segnarne i confini, oltre a numerosissimi cofanetti di manga posizionati in bella mostra. Della serie: anche l’occhio vuole la sua parte. Bravi! Il secondo gradino del podio, personalmente, se lo aggiudicano le Edizioni 001/NOWCOMICS, i cui tavoli credo ringrazino ancora il sottoscritto e l’ottimo Duffo per averli alleggeriti di un discreto peso. Breve nota a margine con tanto di citazione figa: come scriveva l’inarrivabile HPL, “Non è morto ciò che può attendere in eterno, e in strani eoni anche la morte può morire.” Abbiamo discusso amabilmente con uno dei vertici della Casa in merito alle ere geologiche di ritardo che le loro belle pubblicazioni sommano, ottenendo risposte che, ci auguriamo sinceramente, si rivelino veritiere. In caso contrario, faremo la fine della Morte lovecraftiana. Un gradino più basso e compaiono i simpatici AMys, l’Associazione Culturale Nipoti di Martin Mystère, che offrivano numerose chicche non solo cartacee e con i quali si è disquisito a lungo di tutto l’universo del BVZM, personaggio tanto amato da Duffo, almeno in passato (Duffo che, in preda a un atto di puro collezionismo e/o di fortissima nostalgia canaglia si accaparrava di lì a poco una copia del numero 1 del Mystère. Noblesse oblige!). Il piacevole colloquio ci ha fatto guadagnare anche qualche punto conoscenza relativamente ai futuri piani creativi per il character bonelliano ma in questa sede non si spiffera né spoilera nulla (a meno che non decida di farlo il padrone del vapore del blog, ovviamente).
  • Gli acquisti. Non mi lamento assolutamente, anzi, e credo lo stesso possa affermare il mio socio. Personalmente, questo è il tasto che riveste maggiore rilevanza ogni qual volta decido di inoltrarmi nella giungla di eventi similari, e posso tranquillamente sostenere come non abbia mai trovato – e contestualmente messo le mani sopra – tante preziosità editoriali d’antan quanto in tale occasione. Penso alla serie completa della collana “Marvel” della defunta Labor Comics (casa editrice attiva tra il 1985 e il 1986 che, in un anno scarso, sfornò una manciata di albi oggi pressoché introvabili, tra cui i due soli numeri della suddetta serie). Anche l’aver completato due collezioni supereroistiche Corno e Cenisio aperte da diverso tempo è stata una gran bella soddisfazione.
  • Le conferenze. Di questa sezione dovrebbe scrivere Duffo, ben più presente di me sugli spalti, alquanto deserti, degli incontri in programma. Ho seguito in parte “Storie di Altrove, Martin Mystère e Zagor Te-Nay tra mito e realtà”, soprattutto per la presenza tra i relatori del sempre simpatico Alfredo Castelli. Nell’arco di 5 mesi scarsi, è la terza volta che ci incontriamo ma qui il fenomeno dello stalkeraggio non c’entra fortunatamente nulla… anche se bisognerebbe vedere cosa ne pensa lui! 😉 La conferenza subito precedente era dedicata al rapporto tra Fumetto e webcommunity e un paio di riflessioni qui sorgono spontanee. No Duffo, la prima non è relativa alla bella presenza femminile intervenuta in rappresentanza di un noto sito del panorama fumettistico web di casa nostra (anche se meriterebbe indubbiamente qualche riga, specie per i suoi “trascorsi”). Pensavo ad un argomento di cui abbiam discusso a lungo ossia, per sintetizzare brutalmente, l’assoluta mancanza di critici “critici” oggigiorno presente (o meglio, assente) nella Rete. È inutile girarci intorno. Sono assolutamente certo che chiunque navighi nei siti italiani che trattano di Nona Arte si sarà molto, ma molto difficilmente imbattuto in articoli che abbiano il coraggio di giudicare negativamente la monnezza che sempre più spesso e volentieri gli editori di casa nostra ci propinano in edicola e fumetteria. Non prendiamoci in giro. Citando il mai troppo compianto Gianfranco Funari, per certe parole non esistono sinonimi. Se un prodotto è scadente, è scadente; se è merda, è merda, punto e basta! C’è un solo termine per denunciare la gran parte delle critiche insopportabilmente false e buoniste di tanta spazzatura a fumetti: marchette. E di marchettari il web è pieno, ad ogni latitudine, sebbene probabilmente più pieno alle nostre latitudini, per ragioni legate forse al DNA biancoscudato italico, per cui non si può dire schifoso nemmeno quando mangi qualcosa di, bè, schifoso. Davanti alla lettura di certe “articoli”, anche nei giorni immediatamente precedenti alla partenza per Lucca, io e Duffo ci trasformiamo in Finocchiaro, personaggio di “Compagni di scuola” di Carlo Verdone, divenuto celebre per il suo “Famme capi’, ma che ce voi convince’ ch’a merda è bona?”. Perché il punto è questo. Gli autori delle recensioni della maggior parte dei website non riescono ad esprimere giudizi sinceri nemmeno davanti a lampanti obbrobri, storie per cui i rispettivi autori dovrebbero andare in pellegrinaggio a piedi e a nuoto in Amazzonia per chiedere scusa ai pochi alberi lì rimasti. È noto da anni come un paio di forum molto visitati siano iper-buonisti verso le opere di taluni, specifici autori pur di vedersi frequentati dagli stessi, così come è evidente quanto certi siti e blog siano sempre estremamente indulgenti nel commentare i prodotti di determinate case editrici, salvo criticare ferocemente i parti dei competitor a prescindere dalla qualità degli stessi. Per non citare la demenza assoluta di quei personaggi che vomitano da sempre contro il fumetto giapponese “perché è disegnato al computer” (sigh e strasigh!), celebrando a spada tratta i comics nostrani perché sono “artigianali” in confronto alle diavolerie moderne partorite ad Oriente, e beatificando sceneggiatori ricchi di vivida banalità e disegnatori stanchi autori di segni dalle anatomie improbabili se non letteralmente, ma del tutto involontariamente, ridicole. Ora, la questione non è scomodare dal mondo dei defunti critici quali Umberto Eco ed il suo menzionatissimo “Apocalittici e integrati”, rimpiangendo tali livelli di scrittura e analisi, ma basterebbe applicare al giudizio dei prodotti due semplici cose: onestà intellettuale e buon senso. Merce rara? Rarissima. In estinzione.


Potrei ancora dilungarmi su altri elementi di questa “Collezionando”, quali le mostre organizzate (buona quella sui trent’anni di Dylan Dog al Teatro del Giglio, giudizio similare per quella dedicata a Isabella e “colleghe” – con l’apprezzabile idea di lasciar scaricare il primo numero della serie – ma un po’ poverelle le altre), la walk of fame e gli autori presenti. Certamente mi piacerebbe approfondire il tema del collezionismo fumettistico, e non solo, le sue dinamiche e le sue derive. Ma mi son dilungato anche troppo e preferisco passare il testimone a Duffo per leggere le sue considerazioni. Frà, sii come Capitan Futuro: “Picchia duro anche per noi”!


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